CO.SE.A Team
La finanza mondiale è sempre più verde?

www.rivistaenergia.it

17 settembre 2020

La risposta a questa domanda non è affatto scontata. Leggendo l'analisi di Enzo Di Giulio e Stefania Migliavacca (economisti e docenti della Enrico Mattei-Eni Corporate University), ci si deve confrontare con la realtà: la transazione energetica è assai lenta, nonostante a livello dei media e dei policy makers sia assunta come fenomeno reale e di successo e si promuova diffusamente la retorica di un imminente mondo nuovo, più verde, 

I dati rivelano come il processo di decarbonizzazione non sia sufficientemente veloce da mitigare gli effetti nefasti del cambiamento climatico riportandoli entro i limiti accettabili. Per esempio, l'intensità carbonica dell'energia, ovvero il rapporto tra la CO2 emessa e l'energia consumata, nel 1990 era pari a 2,39 e nel 2018 è praticamente invariata (2,32). I tassi di crescita medi annui della CO2 confrontati con quelli di decremento che secondo  la IEA (International Energy Agency) sarebbero necessari per contenere la crescita della temperatura entro 1,8°C, rivelano che, a questi ritmi, saranno necessari 250 anni per decarbonizzare totalmente la generazione elettrica mondiale.

Per avere una visione completa del quadro, oltre ai dati tecnici vanno analizzati parallelamente anche gli aspetti economici e dunque di quali strumenti sia dotata attualmente la finanza sostenibile. I green bond sono obbligazioni, la cui emissione è legata a progetti che hanno un impatto positivo sull'ambiente, come l'efficienza energetica. la produzione di energia da fonti pulite, l'uso sostenibile dei terreni ecc., o ancora iniziative legate alla prevenzione e al controllo dell'inquinamento, infrastrutture per i trasporti, tra cui le ferrovie, edilizia eco-compatibile. i green bond hanno registrato un tasso di crescita elevato dal 2007 ad oggi. Gli Exchange Traded Funds green, sono particolari fondi d'investimento a gestione passiva che comportano l'acquisto di un paniere di titoli; il gestore del fondo acquisterà poi con questo denaro gli strumenti su cui si andrà ad investire e la performance dell'investimento sarà data dal risultato di tutti i singoli strumenti su cui il fondo investe. L'analisi degli ETF green è interessante per  la transizione energetica essendo in grado di fornire un'indicazione sintetica, difficilmente reperibile attraverso l'analisi della miriade di prodotti finanziari disseminati nei mercati mondiali, sull'andamento e sulla direzione dei flussi di investimento finanziario. Questi nuovi meccanismi di finanziamento e di investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale. Recentemente la Commissione Europea ha enfatizzato la potenzialità e il funzionamento del loro mercato, presentando un pacchetto di misure intitolato "Energia pulita per tutti gli europei", secondo il quale dal 2021 sarà necessario un supplemento di 177 miliardi di euro all'anno per raggiungere gli obbiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia. 

Se si riuscirà a dimostrare che è in atto uno spostamento vigoroso degli asset dell'economia mondiale e degli investimenti verso attività green, allora si potrà concludere che la velocità di tale cambio di direzione, oggi lento, diverrà in pochi anni straordinariamente veloce.

In conclusione la regolazione, dettata dalle linee politiche, può svolgere un ruolo chiave nel rimuovere le barriere che ostacolano il green business. Tuttavia non bisogna sottovalutare la resistenza sociale alla crescita dei costi energetici, come abbiamo visto ad esempio con le massicce mobilitazioni dei gilet gialli: esiste una distanza tra l'ideale green, sempre esibito, e il portafogli.


Articolo completo:
http://www.rivistaenergia.it/2020/09/quanto-e-green-la-finanza-mondiale/

 

Indietro